Frammenti di libro
Il nazionalismo
Dopo il 1870, il processo evolutivo, che dagli studi linguistici portò all'antisemitismo, coinvolse oltre la sfera religiosa quella politica ed economica. In Germania, durante il XIX secolo, le regioni rurali offrirono terreno di facile penetrazione al razzismo nazionalsocialista. La Lega contadina dell'Assia, imbevuta di razzismo tentò di gestire i mercati di bestiame "liberi dagli ebrei" ed impedire ad essi il prestito del denaro. La Lega influenzò la comunità tedesca, ma fu sciolta e nel dopoguerra i suoi aderenti confluirono nel partito nazista. Anche in Francia la corrente principale dell'antisemitismo collegava il nazionalismo alla riforma sociale e politica. Gli antisemiti propugnavano l'unità nazionale e il rifiuto del capitalismo borghese, una più equa distribuzione della ricchezza e la partecipazione di tutti al processo politico. Gli uomini e le donne che sostenevano tali opinioni furono chiamati nazionalsocialisti. L'avversione del nazionalsocialismo fu diretta non contro la proprietà privata, ma contro il capitalismo finanziario: le banche e la borsa. Vennero avversati gli Ebrei, simbolo del capitalismo finanziario, la casa Rothschild veniva attaccata e portata ad esempio di corruzione e avidità. Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale diede l'avvio alla politica razzia-le, favorendo le aspiràzioni al cameratismo, all'attivismo, all'eroismo concepito nel quadro della mistica nazista. Questi sintomi si trasmisero alle generazioni future ed aprirono le porte al razzismo. Durante la guerra, nel 1916, si ebbero i primi cedimenti dell'unita sociale tedesca: venne posta in forse la lealtà ebrea. L'esercito lamentava l'esenzione dal servizio militare di molti ebrei o il loro imboscamento nelle retrovie. Seguì un'inchiesta della quale non furono resi noti i dati statistici. Si creava il mito dell'ebreo che lotta contro il concetto. di nazione. Si accusarono gli ebrei di essere capitalisti e disfattisti e nello stesso tempo fautori del comunismo. L'accusa era del tutto infondata, sebbene la finanza mondiale, nelle mani dei banchieri ebrei, come i Rothschild, avesse operato nell' i-teresse dell'Inghilterra. Contribuivano ad ingigantire le cose le azioni di guerra e le opere degli ebrei contro la Germania. Durante la Prima Guerra Mondiale, a partire dal 1916, diecimila sionisti marciarono a fianco degli Inglesi, inquadrati nella Jewish Legion di Jabotinsky. Un anno prima, nel 1915, il petroliere ebreo Marco Samuele, in una notte fece smontare pezzo per pezzo una raffineria di petrolio che produceva l'esplosivo TNT (trinitrotoluolo) utilizzato dalle compagnie tedesche. I pezzi, numerati e mimetizzati, furono caricati su una nave olandese e portati dall'Olanda al Regno Unito ove, a Portshead, furono assemblati e rimontati. La raffineria sollevò le sorti belliche dell'Inghilterra a corto di materiale esplosivo e producendo 1.100 tonnellate di TNT al mese, riuscì a fornire 1'80% dell'esplosivo. L'ebreo Marco Samuele, dopo questa rischiosa operazione, fu elevato alla dignità di pari d'Inghilterra. Il petrolio nelle mani degli ebrei: Rothschild, banchieri e petrolieri e dei fratelli Samuele trasportatori di conchiglie (shell) e poi fondatori con sir De-terding della Royal Dutch Shell (la futura Shell), fece dire, nella Prima Guer-ra Mondiale, a lord Cutzon, viceré delle Indie: "La Grande Flotta Inglese viaggerà su un mare di petrolio verso la vittoria". La guerra, però, aveva incrinato l'equilibrio dinastico-militarista e capitali-stico, in cui l'Europa aveva acquietato il conflitto fra le varie forze sociali degli ultimi due secoli. Aveva generato malessere e povertà. Il blocco navale voluto dall'Inghilterra, aveva portato una grave penuria di cibo. La carenza di generi alimentari aveva spinto il popolo tedesco a fare ricorso a succeda-nei come l'Ersatz, surrogato di caffé fatto con ghiande; l'inverno del 1916/1917 era stato "l'inverno delle rape". Il conflitto, vissuto soprattutto nelle trincee, oltre allo slancio eroico, aveva minato il morale dei tedeschi e prodotto un abbrutimento delle coscienze, per le numerose vittime che aveva mietuto, causando un'abiezione che sarà decisiva nell'accettazione della soluzione finale. Lo strascico, poi, di lutti, la crisi dei valori, il disagio per l'umiliante sconfitta e per le pesanti imposizioni per il risarcimento dei danni di guerra, l'occupazione della Ruhr fatta dalla Francia con truppe di colore, marocchini e senegalesi, prepararono il passaggio dalla teoria alla pratica nell'attuazione del razzismo. La destra economica visse lo stato di crisi in una caotica corsa all' inflazione forse voluta, forse non causata, per non pagare i debiti di guerra. Essa ripiegò sulla socialdemocrazia che controllava le masse operaie e favorì la creazione della Repubblica socialdemocratica di Weimar. La scelta del nome fu emblematica del clima di caos che dominava in Germania. Impossibilitati di convocare a Berlino l'Assemblea costituente eletta nel gennaio, 1919, per-ché funestata pochi mesi prima dalle agitazioni spartakiste e comuniste, si convocò a Weimar. Contro la nuova repubblica si schierarono gli spartakisti e i comunisti tedeschi. Era in atto una profonda scissione tra socialdemocratici e comunisti, alimentata dalla separazione tra l'Internazionale socialista e l'Internazionale comunista. La borghesia, capitanata da Hitler, foraggiata dai magnati della Ruhr e dai latifondisti della Prussia, prese il sopravvento. Durante la Repubblica di Weimar i ceti abbienti, quali gli agrari e gli industriali, non essendo stati ostacolati, avevano mantenuto i loro privilegi':— Nel frattempo in Europa s'aggirava lo spettro del bolscevismo. Il presidente della repubblica magiara il conte Karoly, sostenitore della separazione dell'Ungheria dall'Austria, s'era dimesso poiché non gli era stato accettato il piano di riforma agraria. Prese le redini del governo, il 23 marzo 1919, una coalizione socialcomunista. L'ebreo Bela Kun, ex socialista democratico, di-venuto poi collaboratore del Governo provvisorio, instauratosi in Russia dopo la rivoluzione del marzo 1917, creò una Repubblica ungherese dei consigli, basata sul modello sovietico. In quegli anni le insurrezioni di Berlino ad opera di Karl Liebkecht e dell' ebrea Rosa Luxemburg, le agitazioni comuni-ste fatte in Sassonia e in Turingia, facevano scorgere all'orizzonte il timore di una soviettizzazione della Germania. I timori, come se ciò non bastasse, erano irrobustiti dalla rivolta avvenuta nel 1919 a Monaco, ove fu trucidato da un giovane studente 'nazionalista, Kurt Einsner capo del governo repubblicano. I comunisti, formato un comitato di soldati e operai, diedero vita ad una repubblica di stampo sovietico. Queste rivoluzioni, sebbene effimere e di breve durata, sono il metro del clima d'insicurezza e di instabilità della società germanica. Il clima arroventato e confuso era generato dalla dottrina comunista russa che aveva programmato la diffusione del comunismo nel mondo. La politica di Lenin ave-va puntato le carte sulla rivoluzione tedesca per l'esportazione della rivoluzione sovietica. Scriveva, il 15 dicembre 1918, Arturo Labriola a Turati: "Egli (Lenin) ha promosso la rivoluzione in Austria e in Germania, non già nei paesi